La mostra postuma del 1942, prima e unica mostra di Brancaleone, ottenne convinto successo di critica e di vendite. La stampa della penisola, in particolare quella milanese, ne riferì in diversi servizi con toni a dir poco lusinghieri. Si era però nel periodo più buoi del conflitto mondiale e l’opinione pubblica era distratta da ben più gravi preoccupazioni. Non meraviglia se per oltre sessant’anni Brancaleone sia rimasto, se non sconosciuto, noto solo a poche personalità del mondo artistico e letterario sardo.
Alcune opere, quasi esclusivamente quelle in possesso dei parenti sardi, furono esposte raramente e solo in occasione di importanti mostre collettive a Cagliari, ed esattamente:
Di poco superiore la presenza su pubblicazioni ed organi di stampa. Un articolo di Nicola Valle sul quotidiano “L’Unione Sarda” di Cagliari in occasione della rassegna agli Amici del libro del 1957; un articolo di Vincenzo di Puccio sul quotidiano “La Nuova Sardegna” di Sassari del 1963; due interessanti articoli dello scrittore Adriano Vargiu, ancora su “La Nuova Sardegna” nel 1973.
A livello critico, è importante la ben documentata tesi di laurea per la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Cagliari, discussa nell’Anno Accademico 1993-94 dal dottor Andrea Prost. E’ lo stesso Prost, in una bella pagina intitolata “Brancaleone Cugusi nelle memorie del fratello Guglielmo” , pubblicata nella monografia del critico d’arte Vittorio Sgarbi, a raccontare come fosse giunto alla decisione di inserire Brancaleone nella sua tesi.
Col saggio sul volume Pittura e Scultura dal 1930 al 1960 (Edizioni Ilisso, Nuoro 1995), a firma Giuliana Altea e Marco Magnani, si giunse finalmente alla critica qualificata. A corredo del saggio era inserita la riproduzione di tre opere del Cugusi. Si deve ad un caso fortunato che il critico d’arte Vittorio Sgarbi, nell’estate del 2003, sfogliando la pubblicazione della Ilisso, notasse i dipinti di Brancaleone in essa riprodotti.
Come egli stesso raccontò, in un primo momento pensò ad un errore di attribuzione delle opere. Quando gliene fu confermata la paternità, si incuriosì tanto da volerne approfondire la conoscenza. Risalì così ai parenti, che in Sardegna avevano mantenuto vivo il ricordo dell’artista e conservavano gelosamente un importante archivio ricco di documenti, fotografie, disegni, lettere, libri ed oggetti vari appartenuti a Brancaleone.
Nacque così in Vittorio Sgarbi l’idea di tentare l’allestimento a Cagliari di una sua mostra. L’impresa sembrava disperata. Troppo tempo era passato da quel lontano 1942 a Milano e, per quanto si conoscesse esattamente l’identità dei possessori delle opere, sembrava quasi impossibile poterli rintracciare.
Senza nemmeno attendere la certezza del reperimento delle opere, Vittorio Sgarbi tenne a Cagliari, nell’autunno del 2003, ricorrenza del centenario della nascita di Brancaleone Cugusi, una conferenza-stampa nella quale annunciava la riscoperta e la prossima mostra dell’artista.
Nell’aprile 2004 si inaugurò una mostra nei locali del Centro comunale d’arte Exmà di Cagliari. Vi figuravano 33 dipinti, prevalentemente ritratti, e oltre settanta disegni.
In occasione della mostra Vittorio Sgarbi presentò la sua monografia, nella quale figurano tutte le opere dell’artista che, dal nome del paese di nascita, volle ribattezzare Brancaleone da Romana.
Visto il grande favore del pubblico e l’interesse dei media, nel giugno dello stesso anno la mostra fu trasferita nei locali del Museo Masedu di Sassari.
Su Brancaleone si erano riaccesi finalmente i riflettori.